Cosa resta di una vacanza se non un ricordo? Ma….il ricordo non è un semplice pensiero che rimane lì, custodito tra i cassetti della nostra memoria, si tratta di un qualcosa di più intenso: è un odore particolare che ha inebriato il nostro olfatto, un sorriso che si è specchiato nei nostri occhi, una carezza che morbida ha lasciato un segno sulla nostra pelle, i colori del tramonto, le chiacchiere, le risate, tutto ciò che lascia un’impronta nei nostri pensieri e che se rievocato suscita emozioni così intense da farci tornare indietro al momento in cui le stesse nacquero sollecitando i nostri sentimenti.
Tanti sono i ricordi che mi ha lasciato Ischia, un’isola tanto bella quanto misteriosa, infatti secondo un’antica leggenda, sotto la superficie dell’isola si troverebbe ancor oggi il gigante Tifeo, scaraventato in mare dall’Olimpo per essersi ribellato a Zeus, il quale scagliò contro di esso un monte che formò, sulla sua pancia, un’isola che il povero gigante fu condannato a sorreggere per l’eternità. Che si tratti di una leggenda non lo si mette in dubbio, tuttavia risulta davvero suggestivo il così detto “piede di Tifeo” che mescolando immaginazione e realtà, regala al turista una visione davvero singolare: si tratta di una roccia la cui forma ricorda quella di un piede che sbuca dal mare, quasi a dare conferma ai racconti e alle storie che aleggiano per le strade dell’isola. Nonostante la bellezza mistica dei luoghi faccia apparire il confine tra invenzione e realtà molto sottile, quello di Tifeo è un mito utilizzato per spiegare la causa di alcuni fenomeni naturali, come eruzioni vulcaniche, terremoti che si riteneva fossero causati dalle contorsioni del gigante schiacciato dall’isola, fumarole e acque termali che avrebbero avuto origine, infine, dalle sue lacrime e dal suo caldo respiro.
L’isola d’Ischia è la località con la più alta densità di terme in Europa, terme artificiali site in appositi stabilimenti e terme naturali che sorgono tra le varie spiagge e baie che delineano la costa. Tra le prime si distinguono sicuramente “I Giardini Poseidon” a Forio, si tratta di veri e propri giardini che affacciano sul mare, collocati alle pendici di una parete rocciosa, all’interno dei quali è possibile fare una piacevole passeggiata alla scoperta delle varie piante di cui il giardino si caratterizza, i nomi delle quali sono indicati su cartelli impiantati nelle rispettive aiuole, nonché immergersi nelle varie piscine che, a seconda della gradazione, danno benefici diversi. Un’esperienza molto simile la si può vivere visitando il parco termale “Negombo”, situato invece a Lacco Ameno che a differenza del primo sorge in un’insenatura molto più affascinante dell’isola presentando tuttavia una struttura più complessa che rende il percorso più faticoso per i più anziani. Ma ciò che l’uomo ha costruito non è equiparabile a ciò che ancora oggi la natura ci offre a costo zero, si pensi alla baia di Sorgeto situata in località Panza (Forio): è un parco termale naturale, gratuito e accessibile, a patto che la giornata lo consenta, tutto l’anno. Tuttavia, anche se l’accesso è libero, tanta bellezza ha egualmente un prezzo da pagare in quanto raggiungere quest’insenatura comporta la discesa di circa 250 scalini. Al termine della discesa, rende caratteristico il posto, con tutta la sua singolare attrezzatura, un simpatico anziano chiamato “Il Pirata” che in cambio di una moneta da un euro cosparge di argilla, da lui stesso prelevata dalla roccia che avvolge la baia, chiunque gliene faccia richiesta. Alle spalle del Pirata si articola un complesso di piscine naturali circoscritte da piccoli e talvolta taglienti scoglietti, all’interno delle quali l’acqua sarà tiepida e in certi punti, più vicini alla costa, addirittura molto calda; ciò è possibile grazie al mescolamento dell’acqua calda termale che scorre lungo la roccia, con le correnti fredde del mare.
Arricchisce, inoltre, il patrimonio naturale di Ischia, la spiaggia dei Maronti che si trova nel comune di Barano, spiaggia raggiungibile sia via mare con un taxi boat, sia percorrendo, in auto o in moto, una serie di tornanti che dai monti portano al mare. Il tragitto per raggiungere la spiaggia costituisce in sé una magnifica esperienza in quanto la salita permette di ammirare il maestoso panorama che man mano si dispiega agli occhi; sarà infatti possibile contemplare dall’alto la costa che svela le sue entusiasmanti forme, non esattamente percepibili passeggiando ad un’altezza inferiore dell’isola. Una volta arrivata sulla spiaggia dei Maronti, che si estende per circa tre chilometri, mi è sembrato di essere in una normalissima spiaggia davanti ad un normalissimo lembo di mare, ma mi è bastato poco per capire che dietro quel paesaggio, che a me pareva tanto comune ci fosse ben altro! La sabbia sul fondale marino era davvero calda, quasi mi sentivo coccolata dalle sontuose dune che calpestavo con i piedi, tanto è vero che con qualche immersione da principiante mi ci rotolavo dentro, sott’acqua, per provare il piacere che quel calore, in acque marine abbastanza fredde, mi regalava.
Ischia è un po’così, si prende gioco del turista finché quest’ultimo non impara a conoscerla bene, a primo impatto sembra priva di caratteri che ne conferiscano un’identità tipica, sembra un’isola di cui è difficile percepire la vera natura, un’isola di agricoltori piuttosto che di pescatori, un’isola dove il piatto tipico è il coniglio all’ischitana e non magari un particolare piatto di pesce, un’isola che soltanto ai suoi ospiti più attenti mostra le bellezze che la caratterizzano. Ciò che non mente è invece il volto degli ischitani, che piacevole scoperta! Gli ischitani portano sempre stampata sul volto un’espressione allegra, euforica; sono persone gentili, rispettose della loro terra, genuine, capaci di carpire, con il loro accento buffo ed altalenante, l’attenzione di chi li ascolta e di strappare sorrisi sinceri. Se potessi scegliere che sogno fare, sceglierei di sognare le lunghe traversate in motorino tra le strade e gli odori di Ischia, le passeggiate nell’elegante borgo di Sant’Angelo che è stato il nido della mia vacanza, il mio approdo felice, le festicciole tra i baretti di Forio, il vento che leggero mi accarezzava la schiena, di sera, sui gradoni della Chiesa del Soccorso, gli uccellini che mi svegliavano al mattino. Ogni esperienza che si vive intensamente diventa parte di noi e forse, in fondo, ci cambia anche un po’.
Antonella Ferrara
ANTONELLA FERRARA